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mercoledì 18 aprile 2012

Intervista a Pino Imperatore (Benvenuti in casa Esposito - Giunti 2012)

Pino è quello con la cravatta brutta sulla sinistra

Corpi Freddi: Come ben sai, il nostro sito non è molto avvezzo alla risata e ai suoi esponenti, quindi presentati ai nostri lettori.

Pino Imperatore: Anch’io non sono avvezzo alla risata. Sono un introverso, un cupo, un tipo losco, un lugubre individuo. E spero che questa intervista finisca presto, perché devo ritirarmi nel mio loculo prima che il sole sorga. (Va bene così, Enzo, o sono stato troppo compiacente?).

CF: “Benvenuti in casa Esposito” è lo spaccato quotidiano di una famiglia che vive di camorra ma raccontata con ironia senza mai però cadere nel banale. Approfondiamo un po’ i due personaggi chiave del romanzo: Tonino (camorrista goffo e sfigatissimo) e la moglie Patrizia (vanitosa, sciantosa ma un po’ colei che tiene saldo il nucleo familiare). Esistono davvero questi personaggi?

PI: Sì. Tonino e Patrizia formano la tipica coppia napoletana “verace” che si può incontrare in tanti quartieri di Napoli. Hanno caratteri opposti, e il loro ménage coniugale è turbolento. Ma gli opposti, si sa, si attraggono. E a modo loro Tonino e Patrizia si vogliono bene. Di solito le loro riconciliazioni avvengono a letto, dove Tonino dà spazio alla sua creatività erotica applicando acrobatiche posizioni tratte dal suo Kamasutra fai-da-te, come quella detta “del fenicottero”. (Enzo, qui potresti inserire un’immagine ad hoc tratta dal tuo vasto repertorio).

CF: Un personaggio che mi è piaciuto tantissimo è la figlia Tina. Adolescente, anticonformista e soprattutto l’anima “pulita” di casa Esposito.

PI: I lettori, soprattutto quelli più giovani, l’hanno eletta “eroina” del romanzo. Tina legge Saviano e nella sua cameretta ha un poster di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra nel 1985. Contesta al padre la scelta malavitosa. Non accetta di essere figlia di un camorrista e nipote di un boss. Tina è la coscienza critica degli Esposito. Incarna la speranza, la forza del cambiamento.

CF: Quali dei numerosi personaggi del romanzo ti sei più divertito a caratterizzare e perché?

PI: Ciruzzo ’o Schiattamuorto e Sansone l’iguana. Ciruzzo è un killer innamorato del Diritto. Parla in burocratese, e prima di uccidere un rivale pronuncia frasi di questo tipo: “Alla luce di quanto da te finora palesato con una condotta poco confacente all’etica dell’organizzazione cui appartengo, mi duole rappresentarti che sto per dar corso a una sentenza contro la quale avrai scarse possibilità di ricorrere in appello. Salvis iuribus”. Sansone, invece, è un’iguana meditans. Trascorre le sue giornate in uno stato apparentemente catalettico, rinchiuso in un terrario di casa Esposito. Ma in realtà è ben vigile, e approfitta di ogni occasione per conquistarsi i suoi spazi di libertà.

CF: Di tutti i drammi di cui vive (ahimè) la bella Napoli, perché proprio di camorra?

PI: Perché è il male più grave. E il più difficile da sconfiggere. Dobbiamo continuare a parlarne, sempre. Guai a restare zitti. Faremmo il gioco di chi vuole asservire all’omertà e al silenzio anche i cittadini onesti, che per fortuna sono la maggioranza.

CF: Nello scrivere il romanzo, non hai avuto paura di poter far passare come “simpatico” un adepto della camorra?

PI: Assolutamente no. Al massimo, Tonino può suscitare compassione e pietà. È un personaggio complesso, combattuto, tormentato, pieno di fobie. Il desiderio di emulare le gesta del padre lo conduce a una “non vita” e lo fa precipitare nel degrado fisico e psichico. Nei suoi frequenti incubi sogna di essere perseguitato da Hannibal Lecter, Freddy Krueger, Alien, e addirittura dai Teletubbies e dai Barbapapà. Quando proprio non ce la fa più a reggere il peso delle sue paure, va a parlare con un teschio nel Cimitero delle Fontanelle.

CF: Ho adorato tantissimo i tuoi shout-out a fine libro. In un passaggio accenni al fatto che nella commedia classica napoletana, nessuno dei “giganti” partenopei da Totò a Peppino, da Troisi a Taranto, hanno mai parlato di camorra, ma solo di piccoli guappi di quartieri. Come te lo spieghi?

PI: Non l’hanno fatto perché solo negli ultimi decenni, dopo il terremoto del 1980, la camorra si è trasformata in una holding criminale che si è diffusa nell’economia, nella politica, nella finanza, nella società. E un po’ perché hanno avuto timore di accrescere l’immagine negativa di Napoli.

CF: Partendo dal presupposto che non stiamo parlando di un libro inchiesta alla “Gomorra”, ma un bullo che si vede (legge) preso in giro è pur sempre “incazzabile”, quindi la stesura di questo romanzo non ti ha portato ad subire qualche “fastidio” da parte dei diretti interessati?

PI: Probabilmente i camorristi sono stati i primi a leggere il mio libro, per verificarne l’eventuale “pericolosità”. Non so se si siano incazzati o meno. Finora non ho ricevuto segnali minacciosi. Se dovesse capitare, ti chiederò di farmi da bodyguard. Il fisico ce l’hai. (Enzo, non sto scherzando, sta’ in campana...).

CF: Secondo te, esistono davvero le figure alla Tonino Esposito all’interno dei clan?

PI: Credo di sì. Gli sfigati e gli arruffoni sono ovunque. Tonino viene tollerato dal capoclan solo perché è orfano di un boss. Ma anche questo “salvacondotto” è a scadenza, tant’è che De Luca lo mette in condizione di non nuocere dopo l’ennesimo pasticcio.

CF: Frase tratta dal tuo libro: “Benvenuti in casa Esposito non è un libro sulla camorra, ma dentro la camorra”. Spiegami il senso di questa frase.

PI: Ho acceso la mia telecamera letteraria e mi sono messo al seguito degli Esposito per riprendere il vissuto quotidiano di una famiglia innestata in un contesto camorristico. Per registrarne le dinamiche interne, le relazioni, le debolezze e, spesso e volentieri, gli atteggiamenti ridicoli e tamarri.

CF: Nei tuoi ringraziamenti, si evince che la collaborazione con Giunti e in particolar modo con Martina Donati (editor che ha collaborato al romanzo) sia stata ottima. Quanto è stato smussato il manoscritto originario e come è avvenuto il contatto con questa casa editrice.

PI: Nel gennaio dell’anno scorso ho inviato alcune mie proposte editoriali alle maggiori case editrici italiane. Tra quelle che mi hanno risposto subito c’è stata la Giunti, e con Martina ho immediatamente trovato un’intesa e un feeling perfetti. Nonostante fossi un semiesordiente, ha creduto nelle mie idee e nella mia scrittura e ha sostenuto a spada tratta il progetto degli Esposito. Senza di lei il romanzo non avrebbe mai visto la luce. In un clima sereno e collaborativo, con la sua redazione mi ha seguito passo passo durante la stesura del testo, avvenuta durante la primavera e l’estate. Ma sono state entusiasmanti anche le fasi successive: editing, impaginazione, scelta della copertina, lancio promozionale... Grazie anche a questo lavoro di squadra, la versione originaria del romanzo non ha subito nessuna modifica sostanziale.

CF: Una mia piccola curiosità. Napoli, trascinata da autori come De Giovanni, Carrino ed altri, sta vivendo, dal punto di vista letterario, una seconda giovinezza. Così come il fervente movimento delle case editrici partenopee. Perché “Benvenuti in casa Esposito” è stato pubblicato da una casa editrice toscana? E quanto, secondo te, ha influito il prezzo “sociale” di 10 euro, al successo che sta ottenendo il libro?

PI: Io ho pubblicato vari libri umoristici con case editrici napoletane, che mi hanno consentito di fare la necessaria “gavetta” prima di “Benvenuti in casa Esposito”. Purtroppo, però, queste realtà editoriali hanno ridotte capacità di penetrazione sul mercato nazionale, soprattutto a causa di una scarsa distribuzione. Questo è il principale motivo che mi ha indotto a rivolgermi altrove. Il prezzo “politico” di 10 euro sta sicuramente contribuendo a diffondere il libro tra i giovani lettori, con i quali sto creando vivaci canali di dialogo.

CF: Alcune indiscrezioni parlano di un interessamento da parte di alcuni produttori televisivi, per farne una serie tv del tuo romanzo. Quanto c’è di vero e chi vedresti nei panni di Tonino, Patrizia, ecc.

PI: Confermo: sono arrivate, da parte di importanti società di produzione televisiva e cinematografica, richieste di acquisto dei diritti dell’opera. D’intesa con la casa editrice, le sto attentamente valutando. Se il libro dovesse diventare un film o una fiction, mi auguro che il cast sia composto in gran parte di attori partenopei, capaci di cogliere tutte le sfumature dei personaggi e delle storie che ho creato.

CF: Tonino è un gran tifoso del Napoli, mentre il sottoscritto è uno sfegatato juventino. Che previsione darebbe per la finale di Coppa Italia tra Juve e Napoli?

PI: Sette a zero per il Napoli. E mezza squadra bianconera con le ossa fracassate.

CF: Beh, AUGURI a Tonino e al Napoli, quindi per la partita. E grazie a te per l’intervista.

PI: Grazie a te, caro Enzo. E grazie di cuore a tutti i lettori di Corpi Freddi. (Enzo, poi ti giro quella banconota da 500 euro che ti ho promesso... Se è falsa, non prendertela con me: me l’ha mollata Tonino Esposito).

Intervista di Enzo "BodyCold" Carcello


Autore: Pino Imperatore

Titolo: Benvenuti in casa Esposito
Collana: A
Pagine: 272
Prezzo: € 10,00
Formato: 14 x 21,5 cm
Legatura: Brossura con bandelle
Data pubblicazione: 11 Gennaio 2012
ISBN: 9788809773691

Nella prima settimana gli Esposito annusarono e marcarono il territorio.
In spiaggia presero possesso di tre ombrelloni, sei lettini e due sedie a sdraio. Patrizia per giorni si impomatò dalla testa ai piedi con maschere antirughe, creme solari e unguenti che le davano un pallore cadaverico. Distesa al sole, sembrava una salma esposta in un obitorio. Tonino si rifiutò di usare intrugli a difesa dell'epidermide. "Mi proteggono le lampade che mi sò fatto prima di partire" disse

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