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martedì 7 febbraio 2012

Il male quotidiano - Massimo Gardella (Guanda 2012)


"I poliziotti si apprestaron0 a eseguire gli ordini dell’ispettore. Sul sentiero di ghiaia, la squadra della scientifica con l’attrezzatura si avvicinava al molo con un’espressione fredda e professionale, Jacobi s’incamminò per andare incontro al gruppo di specialisti che avrebbe tagliato la pancia al pesce per estrarre il corpicino intrappolato nelle sue viscere. O almeno questa era la sua idea..."

Il male quotidiano” rappresenta l’ennesima dimostrazione che, non solo il noir italiano è vivo e vegeto, ma sta dannatamente in salute.
Uscito a dire il vero un po’ in sordina per l’attenta e lungimirante casa editrice Guanda, questa nuova scommessa nella narrativa di genere nazionale potrebbe rivelarsi una concreta conferma, capace di affiancarsi a pezzi da novanta del calibro di Vichi, Biondillo e Morozzi, formando una inesorabile corazzata di talenti schiacciasassi. Di certo questo debutto di Gardella nel noir (ricordo che l’effettivo esordio dello scrittore milanese è avvenuto con un romanzo di fantascienza per un piccolo editore “Il quadrato di Blaum”) da l’idea di essere stato concepito per una serialità. L’ispettore Remo Jacobi, il protagonista assoluto, ha infatti un peso specifico enorme nell’economia del romanzo, ed è evidente lo sforzo di Gardella, a mio avviso brillantemente riuscito, nel tratteggiare una figura atipica e singolare nel panorama spesso grigio e stantio di tutori delle forze dell’ordine. Forza che paradossalmente è anche un po’ il limite del romanzo, in quanto la vicenda personale di Jacobi è così importante da rischiare di prendere il sopravvento sulla componente investigativa e sulla storia nella sua totalità.
Sono le primi luci dell’alba quando l’ispettore Jacobi viene strappato dal letto a seguito di una insolita segnalazione. E’ stato avvistata sulle rive del Ticino, quasi nel punto dove il fiume confluisce nel Po, l’enorme carcassa di un pesce siluro. Risulta subito evidente che dalle fauci del mostruoso pesce spunta la manina di una bambina. Dai successivi rilievi autoptici appare agli occhi degli inquirenti un quadro brutale che lascia sgomenti: la giovane creatura è stata violentata, massacrata e fatta a pezzi. L’indagine viene seguita, all’inizio in maniera svogliata e poco convinta, dall’Ispettore Jacobi, a dire il vero più concentrato nel combattere i suoi fantasmi interiori e il suo dolore di vivere quotidiano. Un uomo la cui “ambizione di vita è diventare vecchio”, e il cui unico porto sicuro è rappresentato dalla figura del padre di origini rumene Johan, un faro guida e una barriera protettiva al male imperante. Jacobi ha visto e sofferto troppo nel suo passato tanto da cadere vittima di un forte esaurimento nervoso; la sua reazione al male quotidiano è di rifiuto, d’indifferenza, di volere vivere una menzogna, una realtà alternativa.
Ma questa indagine è diversa: il cadavere della bambina smuove qualcosa nel suo animo e riesce a toccare nervi scoperti che rimandano ad un trascorso con il quale è necessario ancora fare i conti.
E’ veramente un’opera profonda il romanzo di Massimo Gardella nello svolgere egregiamente quello che deve essere il compito di ogni buon noir contemporaneo: ossia quello di delineare in maniera incisiva e chirurgica le problematiche del nostro paese, scatenando importanti spunti di riflessione e possibilità di confronto, con una pregevole ed efficace scrittura capace di arrivare a tutti.
Si toccano tematiche molto forti come il traffico di bambini con il coinvolgimento della organizzazioni criminali dei Paesi dell’Est e degli scandali che hanno investito i nostri soldati per le presunte violenze perpetrate nell’ambito delle missioni di pace in territorio africano.
Ma ciò che lascia il segno più forte sono le intense riflessioni sul male e sulla perversa assuefazione che è in grado di generare. L’abitudine al male ci fa rimanere insensibili e indifferenti alla sofferenza, forse per una salvaguardia e una difesa personale o, peggio ancora, ci spinge ad accettarlo in maniera impotente per l’incapacità di distruggerlo e arginarlo. Un male incontenibile che ammorba, nel quale è grande il pericolo di sconfinare nel suo lato oscuro o, al contrario, rimanerne immuni. Sotto questo punto di vista appaiono molto sfumate le figure di buoni e cattivi. Jacobi e l’organizzazione criminale alla quale lo stesso darà la caccia sono due lati diversi della stessa medaglia. Il male li ha contaminati entrambi e li stringe forzatamente in un beffardo sodalizio.
Il finale cinico, amaro, sprezzante e crudele lascia spiazzati e indifesi sulla forza di propagazione del male, un vero schiaffo in pieno viso che lascia ancora feriti dopo la parola fine.


Articolo di Marco "killer mantovano" Piva

Dettagli del libro

  • Titolo Il male quotidiano
  • Autore Gardella Massimo
  • Dati 290 p., brossura
  • Prezzo € 17,50
  • Prezzo IBS € 14,88
  • Editore Guanda
  • Collana Narratori della Fenice
  • EAN 9788860886248

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